Rando Oltre i Mille (Brevetto audax 1200 Km) Stampa
Scritto da Administrator   
Domenica 05 Aprile 2015 16:53

Breve premessa dal sito ufficiale dell'Audax, sito di riferimento dei randagi/randonner italiani.

 

Spirito Rando

Randonnée: né forte né piano, ma sempre lontano.

La scoperta di un ciclismo diverso
non esasperato dalla competizione, dalle classifiche, dalle griglie di partenza,
ma non per questo meno impegnativo e severo.
Dove chi ti sta a fianco non è l'avversario da battere
ma il compagno di viaggio.
Dove non conta in che posizione arrivi, ma l'arrivare.
Dove i ristori te li inventi se non li trovi,
Dove nessuno si arrabbia se non tiri,
e magari ti offre la sua ruota per farti fare meno fatica.
Dove ogni tanto o spesso alzi gli occhi dall'asfalto
e guardi, e vedi, e capisci i luoghi e ne fai conoscenza...

 

Per chi vuole approfondire leggere qui.....

 

 

 

Seguendo questo link potete vedere alcune foto e video della manifestazione

Nello stesso album ci sono anche due video molto simili ma molto belli da vedere

 

 

 

I mesi precedenti

 

Non è facile spiegare quanto sia stato indeciso se partire o no.

Bisogna tenere in considerazione  che non avevo avuto il coraggio di partecipare al 600 di Verona viste le condizioni meteo particolarmente avverse della giornata in cui si svolgeva (mi sto ancora mangiando le unghie dal rimorso), quindi per farla breve sono partito con nelle gambe un  paio di 200 e un 300 percorsi diversi mesi prima.

Bel coraggio a partire per un 1200 con una tale preparazione.

Effettivamente più di qualcuno mi aveva chiesto nei giorni che precedevano la partenza cosa pensavo di fare e a tutti ho risposto che al km 600 la corsa  passava di nuovo dalle nostre parti, in particolare nelle zone del Bellunese pertanto se la situazione fosse stata tragica la via di fuga era garantita.

 

I giorni precedenti

 

A tutti avevo detto che avevo la via di fuga come descritto sopra ma a dire il vero neanche io ero realmente convinto di partire, in fin dei conti anche i 600 per arrivare di nuovo in zona casa non erano pochi ma un’ occasione così non mi sarebbe capitata molto facilmente.  Il periodo di fine agosto se per un verso era ideale, ero in ferie e di conseguenza niente impegni di lavoro, dall'altra parte è per me un periodo in cui la  forma fisica è già scesa notevolmente ma che fare? Se aspetto che qualcuno organizzi una manifestazione cosi quando voglio io, quando c’è il bel tempo, quando non ho impegni di lavoro……………… con molta probabilità non succederà mai.

 

Il giorno della partenza

 

Non ci sono più storie che tengono, ora bisogna partire.

Per fortuna tra i presenti ci sono molti volti conosciuti il che mi da un po di coraggio tra questi Giancarlo che ho conosciuto in occasione della Monte Grappa Challenge, una delle tante persone stupende che questa manifestazione mi ha permesso di far rientrare tra quelli che posso sicuramente definire amici, ma ce ne sono altri di cui si parlerà più avanti.

Mezzanotte, l’ora delle streghe è ora di partire.

 

Primo giorno

 

La partenza è stata veramente molto lenta, i primi chilometri scorrevano cosi lentamente da farmi dubitare di poter essere all'arrivo nelle 72 ore che mi ero prefissato.

Ma la musica è gradualmente cambiata, poco per volta il ritmo è diventato molto sostenuto, tanto che al centesimo chilometro in occasione del primo ristoro  siamo arrivati con 20 minuti di anticipo sul tempo minimo e il buon Giuseppe ci ha tenuti tutti (eravamo ancora praticamente un unico gruppo) fermi per farci rientrare nei tempi regolari.

Si riparte e la velocità è talmente alta che faccio il primo sbaglio di giornata. Sono in coda al gruppone e mi rendo conto che questo si è spezzato in due, invece di starmene buono con questi ultimi mi lascio prendere la mano e vado a riprendere il primo gruppo, inutile dire che le mie aspettative che qualcuno si aggregasse così da darmi una mano a rientrare sono state vane, l’unico mona ero io che ho pagato questa bravura per le successive ore in sella.

Dopo aver fatto ancora un centinaio di chilometri con il gruppo dei “forti” ho visto come una benedizione dal cielo il fatto che un altro randagio decidesse di abbandonare sti matti. Era Maurizio, neanche a farlo a posta un altra vecchia conoscenza della MGC. Una sicurezza, un randagio sicuramente molto più navigato e più saggio del sottoscritto. Da lì in avanti in due siamo arrivati al successivo ristoro.

Altra benedizione, Stefano un randagio Bellunese e il buon Giancarlo, quello di cui vi parlavo prima, ci stanno aspettando. Mangiate e bevete tranquilli è quello che ci dicono che poi ripartiamo tutti assieme, si sono accorti che non eravamo più con il gruppo e ci hanno aspettato.

Ristoro di Vigolo Vattaro, sono le 22:20 quando arriviamo, 500 sono fatti, gli ultimi 100 chilometri sono stati veramente sfiancanti, in particolare gli ultimi 8 ma inutile dire che sapevamo già tutti a cosa andavamo in contro, questa parte del tracciato era la stessa del 600 dell’anno scorso.

Qua bisogna dormire, Maurizio mi propone di trovare un albergo in maniera da riposare bene almeno quelle quattro cinque ore che ci siamo prefissati, l’alternativa era sopra ad alcuni tavoli senza le gambe appoggiati per terra e la classica coperta da emergenze  in carta stagnola, quella tipo carta da uova di Pasqua.

La mia risposta è stata secca, non se ne parla proprio, è la prima rando a cui partecipo in cui arrivare all'arrivo senza fermarsi a dormire è impossibile e non voglio farmi mancare la soddisfazione di dormire per terra dove capita come un vero randagio.

Per quel che riguarda il  secondo sbaglio della giornata lo racconterò solo a chi ne farà specifica richiesta.  :)

 

Secondo giorno

 

Abbiamo dormito meno del previsto, ma in compenso c’è stata la possibilità di  riempirci la pancia.

Sono le quattro passate da poco quando ripartiamo, ora siamo in sei, noi soliti quattro più due amici che si aggregano, nessun problema, c’è posto per tutti. Arriviamo al primo ristoro di giornata, timbro, mangiare, bere, caffè e via di nuovo mancano poche decine di chilometri a Belluno. Maurizio ci lascia andare avanti, lui si ferma a sistemare un problema tecnico alla bici, siamo d’accordo che quando arriva nella zona di Belluno ci chiama, noi abbiamo in programma una ulteriore breve tappa a casa di Stefano dove ci prepariamo panini freschi da portarci dietro per il resto della tappa.

Comincio ad avere problemi ad alimentarmi, tutti i cibi solidi faticano a essere ingeriti ma mi devo sforzare così poco prima di Cortina riesco a mangiare mezzo panino.

Tragedia, siamo a Cortina e inizia a piovere, anche abbastanza forte. Ci sistemiamo su una panchina alla stazione delle corriere per vedere il da farsi e per vestirci adeguatamente.

Ho praticamente già deciso, giro la bici e torno verso casa non appena sballa un po’. D'altro canto le previsioni le avevamo viste e si sono avverate. Se vado verso casa nella peggiore delle ipotesi ho cinque sei ore di acqua da prendere ma poi sono a casa al calduccio se proseguo non so cosa mi attende, ma potrebbe essere molto brutta e dura.

I miei compagni di viaggio mi spronano, “dai che tra un po esce il sole”, “se torni a casa poi ti resta il rimorso” ecc. ecc.

Mi faccio convincere.

Finalmente smette,  ripartiamo ma  appena arriviamo  al passo Cimabanche ricomincia a piovere. Non finisce più. Pioggia pioggia pioggia e pioggia per tutte le ore successive fino a quando non decidiamo di fermarci poco fuori Lienz. Cosi la mitica San Candido Lienz di cui avevo tanto sentito parlare e che da tanto volevo provare ce la siamo fatta tutta sotto l’acqua.

Oggi solo 300 chilometri ma tanta acqua, e in più, a dire il vero è anche la tappa con il dislivello maggiore. Troviamo da dormire grazie a Maurizio che è l’unico dei quattro che riesce a farsi capire con l’inglese. Un bed & breakfast munito di un gigantesco scalda salviette che riesce ad asciugare tutta la roba bagnata di quattro ciclisti fradici.

Finalmente 5 orette di sonno su un letto vero, ci siamo dovuti accontentare di due matrimoniali, a me è toccato Giancarlo visto che tutti e due russiamo abbastanza abbiamo pensato di non disturbare Stefano e Maurizio ma vi assicuro che in quelle 5 ore non ho sentito proprio niente.

 

Terza tappa

 

Alle 5 del mattino siamo di nuovo in sella, il cielo è molto coperto ma per ora non piove .

Ci mancano un centinaio di chilometri per arrivare a Villach che praticamente non passano mai ma alla fine ci siamo. Fuori Villach riprende la strada in salita, oggi mi sento bene in termini di prestanza fisica, pedalo tranquillamente ma rimane il problema dell’alimentazione, sono costretto a nutrirmi per tutto il giorno solo a gelati bibite e qualche barretta, al solo pensiero di mangiare un panino mi si chiude lo stomaco e la bocca, per fortuna mi sono preso alcune mini dosi di nutella da spalmare dal tavolo della colazione al bed & breakfast e con qualche mela che arraffo da alcuni alberi lungo la strada riesco a tirare avanti.

Dopo due giorni che praticamente non faccio altro che “ciucciare ruota” oggi riesco a riscattarmi con i miei compagni di avventura. La giornata è ancora molto lunga, le nuvole fortunatamente si sono diradate e il sole comincia a farsi sentire, a un certo punto per trovare un po’ di refrigerio entriamo  dentro a una fontana trovata lungo la strada, i nostri piedi ringraziano.

Siamo fuori da tutte le montagne e le valli, ora ci resta solo pianura. Finalmente arriva la sera, siamo sullo stradone che porta a Lignano, costellato di ristoranti che sfornano carne ai ferri a vagonate, il profumo di questo ben di Dio si sente a notevole distanza e la tentazione di fermarsi è tanta, una bella bisteccona magari al sangue in qualche maniera riuscivo a farla scendere, ma visto che verso sera le previsioni davano pioggia abbiamo deciso di portarci il più possibile verso casa.

Sono circa le dieci quando ho un crollo fisico indescrivibile , In tutti decidiamo di fermarci in un bar per l’ultimo ristoro, non appena scendo dalla bicicletta vedo uno spiazzo che il bar probabilmente usa come terrazza estiva per terra c’è un tappeto verde di erba sintetica, sdraiarmi è un sollievo. Mi stendo e riesco a rilassare tutti i muscoli che oramai sono quasi allo spasmo. Penso di essere rimasto steso meno di cinque minuti ,ma è stato veramente un toccasana.

Raggiungo i miei compagni all'interno del bar e ricomincio con due gelati, e una bibita, tramezzini pizzette  che stanno mangiando gli altri non mi attirano per niente.

Mi sento battere una pacca sulla spalla, mi giro, Antonello e Francesca che come avevano promesso ci sono venuti incontro. Sapevano il tragitto che dovevamo fare e lo hanno percorso al contrario. Hanno visto le biciclette fuori dal bar e si sono fermati.

Antonello mi ha detto , “finalmente sono riuscito a vederti stanco” , non c’era modo di nasconderlo.

Mancano ancora una quarantina di chilometri, non sono tanti ma ben presto ci accorgiamo che saranno molto duri. Inizia a piovere di nuovo, sempre più forte e con un bel po di vento, tuoni e lampi. Avanziamo a velocità ridotta scortati da Anto e Francesca, dal momento che per le prossime ore non è previsto nessun miglioramento decidiamo di andare all'arrivo ormai manca poco.

Ci siamo, è da una ventina di minuti passata la mezzanotte quando varchiamo di nuovo il cancello dello stadio di Piavon, siamo arrivati.

Sulla porta della palazzina polivalente oltre a Giuseppe alcuni randagi che sono arrivati poco prima di noi e tutta la mia famiglia che ringrazio per la licenza accordatami per potermi prendere questa soddisfazione.

 

Alcuni particolari

 

Oltre 1200 km

Circa 8000 mt di dislivello

72 ore 30 minuti

2 Forature (Stefano in occasione di un controllo e Giancarlo praticamente all'arrivo)

 

I miei compagni:

 

Maurizio, l’unico che aveva già alle spalle altre avventure simili, un vero randagio, quello che praticamente ci ha tenuto tutti e tre al battesimo dei mille e oltre. Inutile farvi l’elenco delle sue imprese, ci vorrebbero altre 4 pagine, vi dico solo MGC più volte, 1001 Miglia di Nerviano e in  più anni primo di categoria alla Maratona delle dolomiti.

 

Giancarlo, non un vecchio randagio, non mi pare che frequenti il movimento da molto tempo ma di sicuro un randagio con un grande futuro, di lui Silvano ha detto “era già un randagio solo che non sapeva ancora di esserlo”  instancabile pedalatore, non si tira mai in dietro, ha un unico difetto, russa che sembra una locomotiva a vapore.

 

Stefano: Un altro come me al primo pelo sulle lunghe distanze ma con molta grinta e voglia di pedalare, con questa impresa porta a casa tutte la prove del giro rando del nord est 2014,  poi fa parte del “2 ruote sport” di Belluno e ho già detto tutto.

 

Un grazie sentito a tutti e tre per avermi sopportato e trascinato per tre giorni, grazie anche per avermi convinto a proseguire a Cortina dove volevo girare la bici per tornare a casa, non avrei avuto questa soddisfazione, non avrei avuto nemmeno il brevetto di sub e la patente nautica acquisite entrambe di diritto per l’acqua presa in questi giorni.

 

 

Seguendo questo link potete vedere alcune foto e video della manifestazione

Nello stesso album ci sono anche due video molto simili ma molto belli da vedere

 

Ultimo aggiornamento Domenica 19 Aprile 2015 13:57